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Tumore al seno, a sei pazienti su dieci non viene prescritto il test genomico

Breast Cancer Redazione DottNet | 08/05/2024 13:20

Questo sta avvenendo nonostante siano stati resi rimborsabili da un decreto del Ministero della Salute nel luglio del 2021

I test genomici per il tumore del seno, per evitare alle donne eleggibili chemioterapie inutili, stentano a essere utilizzati in Italia. A 6 pazienti su 10 il test non viene infatti prescritto, nonostante in Italia siano oltre 10mila le donne che possono utilizzarli.  Questo sta avvenendo nonostante siano stati resi rimborsabili da un decreto del Ministero della Salute nel luglio del 2021. L'allarme degli specialisti arriva in occasione dell'ultima giornata del Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).

 "Riscontriamo ancora - afferma il presidente Aiom Saverio Cinieri - ritardi burocratici, problemi organizzativi e una sottovalutazione delle potenzialità di test molecolari che aiutano a selezionare le cure e limitano il ricorso a chemioterapie inutili. Dopo 14 mesi, delle oltre 10mila donne candidabili solo 4.000 hanno eseguito l'esame molecolare. Il 60% delle malate quindi non ricorre a test semplici, poco invasivi e gratuiti che possono limitare fortemente il ricorso a trattamenti oncologici inutili".

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A fine 2020, ricorda, "è stata approvata la legge che creava un fondo ad hoc per l'acquisti degli esami, a cui ha fatto seguito un decreto attuativo. Sugli esami genomici per il carcinoma mammario l'Aiom ha svolto un'indagine interna tra 212 giovani medici. Per sei oncologi su dieci i test andrebbero inseriti nei Livelli Essenziali d'Assistenza". "Quest'ultima può essere una possibile soluzione ad un problema che ci stiamo trascinando da troppo tempo", affermano Antonio Russo, Tesoriere Nazionale AIOM, e Michelino De Laurentiis (nella foto), Direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare dell'Istituto nazionale tumori Pascale di Napoli. La genomica, applicata al carcinoma mammario, spiegano, "ci consente di meglio definire il tessuto tumorale. Possiamo prevedere la probabilità di recidiva di neoplasia in seguito all'intervento chirurgico e la risposta alle terapie. Non sempre è necessaria una chemioterapia dopo questi primi trattamenti e grazie ai test lo stabiliamo con precisione". I test vanno però utilizzati solo in casi specifici. "Dobbiamo fare maggiore cultura anche tra gli oncologi. Sono necessari - aggiunge Ugo De Giorgi, Consigliere Nazionale Aiom - webinar e campagne di sensibilizzazione per contrastare il sottoutilizzo. Come Aiom avvieremo nuove iniziative".

In Italia il carcinoma della mammella è la neoplasia più diagnosticata nelle donne dove rappresenta il 30% di tutti i casi di tumore maligno. “L’oncologia di precisione e la multidisciplinarietà sono due tra le armi più efficaci per contrastare una malattia così diffusa – sostiene MarcelloTucci, Consigliere Nazionale AIOM -. Esistono, infatti, diverse tipologie di neoplasia mammaria ognuna delle quali possiede delle caratteristiche anatomo-patologiche e biologiche differenti. La prescrizione di un test genomico, per una migliore selezione delle terapie, deve essere stabilita da un team multidisciplinare.

 “La chemioterapia è una cura che non deve essere demonizzata in quanto ci ha permesso di ottenere ottimi risultati in termini di sopravvivenza – conclude Cinieri -. Presenta però degli effetti collaterali non trascurabili e ancora fortemente temuti dalle donne, come la caduta dei capelli. I farmaci poi hanno dei costi economici non indifferenti che gravano sul sistema sanitario nazionale. Ora anche in Italia possiamo utilizzare degli esami che determinano benefici concreti e reali per il singolo paziente nonché l’intera collettività. Deve essere priorità per noi oncologi favorirne il più possibile l’utilizzo”.

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